Tutte le storie di successo si assomigliano. Probabilmente perché alla base c’è sempre la stessa formula: il talento che incontra l’opportunità, la passione che si coniuga con la tenacia, l’impegno che viene premiato dai risultati raggiunti.
Nel 1911 Beniamino Brancaccio era un ventenne intraprendente e dalle idee chiare. Lo affascinava il commercio, ma non quello delle nocciole a cui si dedicava la sua famiglia d’origine a Giffoni Valle Piana.
Lui amava la moda, credeva nella capacità di un bell’abito di vestire anzitutto la personalità e, anche se il prêt-à-porter era ancora di là da venire, pensava si potesse offrire la qualità ad un giusto prezzo.
Con questa convinzione, e con il sostegno della sua famiglia, il giovane Beniamino aprì il suo negozio di abbigliamento nel centro storico di Salerno, nei Mercanti che allora erano il cuore di quello che, molto tempo dopo, si sarebbe chiamato “shopping”. E la sua fucina del bel vestire divenne da subito un riferimento per la clientela cittadina e non soltanto.
Dopo la prima guerra mondiale, abbattutasi come una scure sulla tranquilla operosa vita di Salerno, Beniamino Brancaccio – che dal fronte era tornato decorato per aver combattuto a Caporetto – riaprì subito la sua attività.
Decise di trasferirla in quello che stava divenendo il cuore pulsante del commercio cittadino, il corso Vittorio Emanuele, nei pressi dello storico cinema Astra, specializzandosi nelle sole proposte per uomo, dalla cappelleria all’abbigliamento che vedeva allora la prima comparsa degli abiti confezionati.
Per rispondere anche alle esigenze del pubblico femminile, negli anni Trenta Beniamino Brancaccio pensò bene di variegare le proposte d’abbigliamento, spostandosi in un negozio molto più ampio, dedicato alla moda uomo e donna, sempre sul corso cittadino. Fino a che negli anni Cinquanta trasferì definitivamente la sua attività, ormai molto accorsata, negli eleganti spazi al civico 162 del corso Vittorio Emanuele, all’intersezione con via dei Principati e decise di farne una fucina specializzata nel solo abbigliamento maschile.
La storia di “Brancaccio” è dunque una storia semplice, fatta di tanto lavoro, grande passione per l’abbigliamento e profonda cura per il cliente, che rappresenta da sempre la vera anima dell’azienda. Un punto fermo della filosofia che il pater familias Beniamino Brancaccio ha trasmesso ai suoi eredi. I primi ad affiancarlo nel percorso di crescita dell’azienda di famiglia furono i figli maggiori Antonio ed Achille, seguiti successivamente da Carlo, l’ultimo degli otto figli che Beniamino ebbe dall’amata moglie Maria Spadafora.
La tradizione prosegue con successo anche grazie al lavoro della III generazione: Beniamino, Barbara e Vittorio figli di Achille e Carlotta e Bartolomeo e Violetta figli di Carlo.
Sono loro, già da diversi anni, le nuove leve che portano avanti con entusiasmo l’azienda familiare, al giro di boa del secolo d’attività. Tre generazioni di Brancaccio costituiscono le fondamenta di questa fucina del bel vestire nella quale, al momento di spegnere le candeline dei primi cento anni, si crede ancora nei valori del fondatore: il made in Italy, la qualità, il rapporto con le persone.
Cento anni di lavoro instancabile, sempre all’insegna della mission primigenia inculcata dal capostipite: non è il guadagno immediato che conta, ma la soddisfazione del cliente che sa di poter trovare da Brancaccio il capo d’abbigliamento più adatto a sé, con la garanzia della migliore qualità al giusto prezzo. È la fedeltà a questo credo imprenditoriale che ha permesso all’azienda di rimanere sempre un punto di riferimento a Salerno e non solo, ampliando negli anni l’offerta alla clientela, attraverso l’apertura di diversi negozi nel centro cittadino, ciascuno dedicato alle esigenze di un target specifico. Ogni collezione è selezionata infatti accuratamente, tenendo conto non solo della “firma” ma anche e soprattutto dei parametri imprescindibili della qualità, del pregio di tessuti, rifiniture e dettagli, dello stile che sia fatto per durare nel tempo e per far notare la persona che lo sfoggia. Garanzia Brancaccio.